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Il “4° Blu Cobalto contest” e il “Premio Duilio Marcante 2018”

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Ancora pochi giorni – fino al 6 febbraio – per i fotosub che volessero iscriversi al prestigioso concorso fotografico. La cui premiazione avverrà in seno all’altrettanto rinomato Premio Marcante. In un tripudio di momenti di cui vi anticipiamo i principali.

La Redazione e Alberto Balbi

4° fotocontest Blu Cobalto Photo Academy
Desideriamo conferire l’adeguato risalto che merita anche a questo premio, distintosi ormai da diverse edizioni – questa è la quarta – come uno dei più significativi del settore, specie per lo spessore delle attività che ci stanno dietro, legate come sono alla formazione, alla sperimentazione e al progresso delle tecniche fotografiche subacquee (donde una spiegazione di quel “Photo Academy” che ne completa da denominazione). Il creatore di questo concorso nonché colui che mantiene vive tutta la serie delle attività che lo contornano e lo alimentano, Alberto Balbi, l’ha definito “concorso flash” e ha sottolineato come alla fin fine siano i partecipanti stessi, con le opere – fotografiche – del proprio ingegno, ad assicurare la ripetibilità del premio nel tempo. Regolamento e documentazione sono on line sul sito www.blucobaltophotoacademy.it e/o http://concorso.blucobaltophotoacademy.it, mentre qui sotto vi mettiamo anche il link diretto a una breve video-presentazione del fotocontest creata ad hoc dal promotore Alberto Balbi in persona. “Abbiamo bisogno del vostro aiuto per divulgarlo il più possibile perché il motore di ogni concorso e la sua sopravvivenza (sempre difficile) avviene grazie a tutti voi che vi parteciperete!”, ha rimarcato Alberto sul suo profilo facebook. Ecco la video-presentazione:
https://youtu.be/4Bo_0vI0OLY.
È sua anche la nostra immagine di apertura di questo articolo, elaborata da lui con alcune delle immagini più belle delle scorse tre edizioni: già queste possono dare un’idea del livello di creatività che questo fotocontest sub unico nel suo genere ha saputo finora esprimere.

Premio Duilio Marcante 2018
L’iniziativa si svolgerà al Galata Museo del Mare di Genova, sottolineando la storicità del premio intitolato a Duilio Marcante, padre della didattica subacquea italiana.
Il programma degli eventi, organizzato dalle Attività Subacquee della U.I.S.P., comprende una mostra visitabile dal 13 al 25 febbraio e due incontri/conferenze: sabato 17 e sabato 24 febbraio.
La mostra, che sarà aperta dal 13 febbraio alle ore 10:00 presso il MU.MA. Galata Museo del Mare, 2°piano Galleria delle esposizioni, racconterà la profonda commistione tra Mare e amicizia in una ricca e divertente galleria fotografica.
Impreziosisce la mostra il concorso di fotografia Subacquea “Blu Cobalto” le cui iscrizioni sono aperte fino al 6 febbraio, con l’esposizione di tutte le opere vincitrici in ogni categoria e l’esposizione delle opere vincitrici del Concorso d’arte “Il Mio Mare” aperto alla partecipazione dei bambini/e delle scuole dell’infanzia e primaria italiane e a tutti gli adolescenti che vorranno inviare un contributo attraverso le loro opere.
Il Premio Duilio Marcante e i Diplomi d’Onore sono attribuiti dalla giuria nominata dalle Attività Subacquee Uisp a soggetti che si sono distinti per significativi contributi alla sicurezza, per il soccorso e la salvaguardia della vita umana in acqua nel corso dell’anno.
Quest’edizione 2018 del Premio Marcante svilupperà il tema “la pesca subacquea”. Esattamente come era nello spirito dei Padri della subacquea moderna, antesignani della conoscenza, nella competenza di creare le prime attrezzature per immersione, la pesca subacquea è stata senza dubbio la molla che ha spinto i primi pionieri ad andare alla scoperta del mondo sommerso. Ancora oggi il pescatore subacqueo – che non utilizza più autorespiratori – è un profondo conoscitore del comportamento della flora e della fauna marina e nel rispetto del cambiamento dei tempi, l’approccio con il sesto continente è molto più ragionato e rispettoso degli equilibri biologici che lo circondano.

Il programma del Premio Duilio Marcante, oltre alla Mostra, prevede i due incontri presso l’auditorium del Galata Museo del Mare di Genova:

sabato 17 febbraio alle ore 16
– Incontro dedicato al concorso d’Arte “Il Mio Mare“, patrocinato dal Municipio Centro Est Comune di Genova con la partecipazione e l’intrattenimento con la scuola di robotica e i loro robot.
Premiazioni delle opere in concorso.

sabato 24 febbraio alle ore 16
Giornata clou presentata dal Fotoreporter Alberto Balbi e Paola Filippucci, con ospite d’onore Massimo Scarpati e la partecipazione di Antonino Piras e di una delegazione della Nazionale Italiana di Pesca in Apnea.

Per il terzo anno, il Premio Speciale Regione LIGURIA sarà assegnato a insindacabile giudizio del Consiglio Nazionale dei Ragazzi delle Attività Subacquee UISP a chi si sia particolarmente distinto in attività innovative per la promozione delle attività subacquee e marinare e la salvaguardia dell’ambiente marino, saranno conferiti il Premio Duilio Marcante 2018 e i tre Diplomi d’Onore alla presenza di personalità del mondo subacqueo.

A fine manifestazione, seguirà la Premiazione del concorso di fotografia subacquea “Blu Cobalto” con la proiezione delle immagini vincitrici e l’assegnazione del premio Enzo Maiorca.


Hektometer, gli occhialini dello stupore

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Con l’apparenza di normali occhialini da nuoto, gli Hektometer sono arrivati nel mondo dell’apnea in sordina, senza alcun battage pubblicitario. Eppure da quando sono stati realizzati hanno suscitato grande interesse per le loro potenzialità, davvero innovative. Anche più degli “allagati”. Se è vero com’è vero che questi… “compensano da soli”.

Di Marco Mardollo

Da quasi un anno li ho in prova ad Y-40, li tengo a disposizione di chi me li chiede e il livello di soddisfazione è sempre stato molto alto.
Da sempre una buona visione in apnea si è scontrata con il problema della riduzione del volume dell’aria all’interno della maschera. Nell’apnea profonda compensare la maschera contrasta con la necessità di preservare l’aria per compensare le orecchie e più si scende più aumenta la difficoltà.
Maiorca per ridurre la quantità d’aria all’interno della maschera metteva dello stucco, così aveva una visione dello stucco stesso, in maniera da mantenere al minimo la quantità d’aria, pur conservando una visione frontale attraverso uno stretto cono.
Mayol per primo, ma poi anche Pelizzari e tanti altri, hanno usato lenti a contatto di grande dimensione, 2,5 cm di diametro, con una visione solo centrale.
A detta di Umberto Pelizzari erano scomodi e fastidiosi da indossare, ma risolvevano del tutto il problema dell’aria, pur assicurando una visione esclusivamente ristretta.
Costosissimi, prodotti da Ciba Vision, non sono mai arrivati nel circuito degli apneisti sportivi.
Da qualche anno vengono commercializzate lenti a basso costo, poco più di un centinaio di euro, da poter mettere su normali occhialini da nuoto, completamente allagati, meglio con soluzione fisiologica, in maniera da poter vedere senza sacrificare aria per la compensazione della maschera. Basta trovare la posizione corretta per il fuoco della lente e la visione subacquea si rende buona, anche se non permettono quella esterna.
Per ultimo, due anni fa, Uba Project ha progettato in maniera ingegneristica, lenti e occhialini allagati specifici per l’apnea, portando al massimo livello qualitativo questo tipo di dispositivo ormai indispensabile alle quote abissali dei recordmen.
Poi è arrivato Klaus Schuwert e ha sparigliato tutto…
Con un’intuizione notevole è riuscito a far quadrare il cerchio: visione nitida, tramite l’aria a contatto con l’occhio e in quantità ridottissima, deformabile autonomamente con il variare della pressione.
Ma, nella pratica, cos’hanno di speciale gli Hektometer?
Sono occhialini del tutto simili a quelli che adoperano i nuotatori, solo più grandi, ma con una membrana interna; all’aumentare della profondità e riducendosi il volume d’aria interno, la membrana si riempie d’acqua pur mantenendo una corretta visione dell’occhio. Di fatto, la sua introflessione progressiva durante la discesa permette all’acqua di andare a compensare buona parte della cavità aerea degli occhialini; e la loro funzionalità finisce per assomigliare a quella degli “allagati” propriamente detti anche se realmente allagati non lo sono, con tutti i vantaggi che ciò comporta.
In alcune delle immagini del servizio la comune chiave metallica che s’intravede è stata messa lì proprio per tentare di meglio rendere l’idea delle proprietà di introflessione della membrana “compensante”. Ma è naturale che niente è meglio di una prova diretta in acqua per capire fino in fondo in cosa consista questa ancora sorprendente innovazione e fin dove possano spingersi i vantaggi di un suo corretto impiego.
Ormai possiamo senza dubbio affermare che la comunità degli apneisti ritiene Hektometer un grande passo in avanti nel miglioramento dell’apnea profonda, anche se probabilmente non a quote record. Lo scorso mese comunque, Davide Carrera è sceso a – 100 m e ha affermato che qualche altro metro, con questi occhialini, si potrebbe fare sicuramente.

Vantaggi degli occhialini – allagati o meno – rispetto alla maschera

  1. Uso dell’aria polmonare a totale uso compensatorio, senza sprecarla per la maschera che ne ruba sempre troppa ( a – 40 m ne servono circa 500 cc).
  2. Uso del tappanaso per compensare, potendo cosí avere le braccia allungate in avanti con un profilo idrodinamico ideale, senza contrazione continua del braccio piegato e della mano per tenere il naso
  3. Assenza della maschera che è sempre, pur se piccolo, un freno idrodinamico.
    Vantaggio ulteriore del solo Hektometer
  4. Presenza di aria a contatto con l’occhio, quindi visione paragonabile a quella della maschera, solo con un campo visivo di poco più ristretto.

Svantaggi degli occhialini allagati

  1. Visione ristretta e frontale
  2. Necessità di allagarli con acqua pulita, fisiologica o altro
  3. Difficoltà in molti casi nel valutare la corretta distanza dal cavo

La grande speleologia sub all’EUDI

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Nientepopodimeno che Gigi Casati in persona vi aspetta sabato 3 marzo alle ore 13:00 presso il Palco Ferraro con: “THE CHOICE – la sorgente del Gorgazzo”. Un video-documento da non perdere!

La redazione

Presentare un evento che vede al centro un personaggio come Gigi Casati è sempre difficile. Per attirare l’interesse verso di lui basterebbe soltanto citarne il nome, ben noto da anni a quanti ne seguono e ammirano le imprese difficilmente condensabili per la ricchezza del suo sbalorditivo curriculum.
Nato a Lecco il 28 giugno 1964, Luigi (Gigi) Casati, atleta eclettico appassionato di nuoto, ciclismo, ski d’alpinismo, alpinismo e kayak, inizia a immergersi nel 1978 e prosegue accumulando brevetti su brevetti tra cui quello certamente non comune di operatore subacqueo ARO – ARA rilasciato dal Comando Raggruppamento Subacquei ed Incursori Teseo Tesei (ComSubIn) della Marina Militare fino a diventare nel 2014 Instructor Trainer PSS.
Sin dall’inizio (1985) sceglie come suo campo d’azione le immersioni in grotta, compiendo oltre 2000 immersioni di cui almeno 1200 con la prospettiva di esplorare nuovi ambienti che l’hanno condotto un po’ ovunque nel mondo, dall’Italia alla Russia fino al Messico, conquistando nuovi traguardi e portando ogni volta più in là i limiti conosciuti delle tante grotte allagate in cui si è immerso, prima con le bombole e dal 2002 con apparecchi a riciclo di miscela.
Quest’anno ad Eudi Show Luigi Casati presenterà un suo nuovo video “THE CHOICE” – la sorgente del Gorgazzo dedicato ad uno degli ambienti sommersi italiani più noti agli speleosub e che Casati ha esplorato più volte tra il 1987 e il 2008, anno in cui ha raggiunto i – 212 m alla distanza di 440 m dall’ingresso, avvalendosi di apparecchio a circuito chiuso meccanico.
Come lui stesso racconta, con il termine “esplorare” s’intende il raggiungere luoghi mai visti prima dall’uomo. Le grotte, nel nostro caso le grotte allagate, sono ambienti nascosti, raggiungibili solo in parte dalla tecnologia e quindi misteriosi. Queste condizioni alimentano la curiosità più forte in alcuni di noi spingendoli a varcare le porte dell’ignoto, a portare la luce in un ambiente dove fa da padrone il nero, il vero buio assoluto.
Le grotte ci riservano incredibili sorprese che dobbiamo essere in grado di affrontare; durante le esplorazioni spesso si è costretti a improvvisare soluzioni tecniche, modificare le attrezzature o elaborare nuovi profili decompressivi.
A volte è la nostra condizione fisica che ci permette performance incredibili oppure, al contrario, ci impone dei limiti quando abbiamo dei problemi. In questa sfida un ruolo importante è svolto dalla nostra testa che ci riserva sorprese positive quando raggiungiamo o superiamo gli obiettivi prefissati e sorprese negative quando tutto non va come previsto.
Chi s’immerge in questi ambienti così particolari si trova oggi ad affrontare problemi che esulano da quelli tecnici, ma tali da risultare ugualmente impegnativi: la pressione psicologica che è involontariamente esercitata sia dall’ambiente circostante, per esempio i social che fanno da cassa di risonanza, sia dagli amici che collaborano durante i preparativi e, non ultimo, dagli sponsor che gradirebbero un risultato esaltante.
Sono elementi, come racconterà Gigi, che possono fare dimenticare la cognizione oggettiva della realtà e spingere a scelte irresponsabili, quella “Choice” appunto che il grande esploratore presenterà dal “Palco Luigi Ferraro” sabato 3 marzo alle ore 13.00.
Il filmato integrale sarà proiettato sempre sabato 3 alle ore 15:00 presso lo spazio Video Sub Cafè.
Per ogni ulteriore informazione, dettagli e aggiornamenti sulle iniziative v’invitiamo a consultare il sito www.eudishow.eu.

EUDI FreedivingEUphoria

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Nasce in Italia la prima grande kermesse europea dell’Apnea. Si tratterà della kermesse internazionale di Apnea del 30 aprile e 1°maggio presso Y-40, a Montegrotto Terme (Padova) Italy.

A cura della redazione

Per volontà di EUDI (European Dive Show), la 1a edizione di EUDI FreedivingEUphoria si svolgerà nei giorni 30 aprile e 1° maggio a Montegrotto Terme (Padova) presso Y-40, la piscina più profonda del mondo.
L’appuntamento ha l’intento di rappresentare un punto di incontro tra appassionati di tutti i livelli, amanti dell’apnea, atleti ed élite mondiale (atleti, allenatori, medici, …) del settore dell’apnea e della pesca subacquea.

Per dare concretezza a questi obiettivi, EUDI FreedivingEUphoria si articolerà su quattro ambiti:

Conferenze
Si terranno incontri con alcuni dei più forti e più conosciuti atleti mondiali, che parleranno dei loro allenamenti, la loro vita, i loro obiettivi e le strategie per ottenerli. Non mancheranno relazioni dei migliori allenatori e preparatori internazionali.

Attività in acqua
Sarà possibile effettuare sessioni di prove ed allenamento in acqua, nella piscina più fonda al mondo (42metri, 33°di temperatura), alla presenza di alcuni tra i più forti atleti mondiali. Ogni sessione durerà 90 minuti nei quali potersi allenare, indifferentemente che si sia campioni o appassionati.

Gara di apnea statica
Una gara “total free” di Apnea Statica, aperta a tutti. Riprendendo una formula di circuito di gare internazionali (Dubai, Praga, USA…), gli atleti dovranno effettuare la prova di apnea statica senza nessuna attrezzatura: sono vietati computer, maschere, mute. Un ricco montepremi in denaro per i primi tre classificati e per la migliore prestazione femminile.
La gara si svolgerà nella giornata del 1° maggio, con una prima parte di eliminatorie e la finale alle 17.00. I dettagli del regolamento saranno comunicati in seguito.
Gli appassionati potranno condividere il piacere del confronto, ciascuno sui propri limiti ma tutti assieme in una competizione dai connotati particolari (sarà infatti visibile anche sott’acqua dalle vetrate dei Y-40 e grazie ad una diretta streaming)
Ricchi premi in denaro per i vincitori.

Presenza aziende del settore
Saranno presenti le più importanti aziende ed artigiani del settore. Non solo un’occasione per scoprire prodotti e novità, ma un contesto che permette di confrontarsi direttamente con le aziende ed i loro tecnici. Ci sarà anche la possibilità di provare direttamente in acqua tutti i vari prodotti presentati.

Convivialità
Due cene a buffet il 30 aprile e 1° maggio per creare un momento conviviale tra appassionati e big presenti, per conoscersi, scambiare quattro chiacchiere, nella straordinaria atmosfera che solo la passione per l’apnea sa creare. Al termine della cena del 1° maggio le premiazioni della gara e poi festa!

È già iniziato il conto alla rovescia per la manifestazione. Le prenotazioni per la partecipazione saranno aperte a partire dal 2 marzo in Eudi Show (evento che si terrà a Bologna dal 2 al 4 marzo) e al sito www.freedivingeuphoria.eu , on line prima della fine del mese.
Le iscrizioni si accetteranno sino ad esaurimento dei posti disponibili.
I dettagli nei prossimi giorni.
Per il momento… blocca le date!

Salta la fila!

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Eudi Show 2018 vi aspetta aprendo la possibilità di preacquisto biglietti in modalità on-line. Ecco tutti i vantaggi dell’operazione per questa nuova edizione del 2018.

La redazione

Eudi Show apre l’acquisto ai biglietti on-line. Per questa edizione sono numerosi i vantaggi per chi acquista il suo biglietto on line.
Prima di tutto salterete le code alle biglietterie dato che, essendo nel 2018 in comune con Outdoor Expo, c’è maggiore possibilità che siano più affollate… Inoltre l’acquisto on line permette di risparmiare 4 € (11 € anziché 15 €) e ricordiamo che con lo stesso biglietto visitate anche la fiera Outdoor Expo che si svolge nei medesimi giorni con gli stessi orari e nei padiglioni adiacenti ad EUDI
L’operazione è molto semplice: andare sul sito www.eudishow.eu, cliccare sull’icona “ACQUISTA I BIGLIETTI ON LINE” e poi seguire tutte le istruzioni che si troveranno sulla pagina riservata a questa procedura.
Oltre al vantaggio del risparmio, l’offerta di acquisto on-line consente di stampare direttamente il proprio biglietto (o salvarlo sul proprio smartphone). In questo modo il visitatore potrà evitare la coda alle casse e raggiungere direttamente i tornelli del padiglione espositivo dedicati a quanti possiedono il biglietto on line.
Un servizio telefonico sarà a disposizione per tutti coloro che hanno esigenza di essere guidati.
Tutte le informazioni e molto altro ancora le potrete trovare sul sito continuamente aggiornato www.eudishow.eu

Gare, concorsi e stage fotosub, Il punto

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La Fotografia Subacquea 2017 della Fipsas, la Cmas e il Campionato del Mondo in Messico e le tante iniziative per il 2018.

Di Mario Genovesi

È terminato il 2017, un anno ricco di impegni, di iniziative e di successi per la Fotografia Subacquea Fipsas.
La stagione agonistica nazionale si è conclusa con i Campionati Italiani che si sono svolti a Otranto a fine settembre e che hanno visto il ritorno alla vittoria, nella categoria Reflex, di un ottimo Francesco Sesso insieme alla modella Alessandra Pagliaro. Al secondo posto Virginia Salzedo – assistente/modello l’apneista Francesco Sena – che si conferma ad alto livello anche in questa categoria dopo il primo posto nel 2016 nelle Compatte. Al terzo posto l’estroso Maurizio Longhitano. Nel campionato per società si è imposto il C.S. Città di Lucca con un team ormai consolidato, i fotografi Andrea Carlesi e Guglielmo Cicerchia, modella Katia Bagnara. Al secondo posto il CSNC2000 Faenza con Fabio Iardino e Marco Bollettinari, modella Luisa Gerotto. Chiude il podio al terzo posto l’Ass. Mediterraneo con Francesco Sesso e Virginia Salzedo, modella Alessandra Pagliaro.
Nel campionato per Compatte troviamo al primo posto una brava Ilaria Gonelli, assistente Vito Giannecchini, seconda la sorpresa Chiara Baruzzi, alla sua prima partecipazione a un campionato nazionale, e terzo Stefano Cerbai.

Il mese di novembre ha visto la partecipazione della Squadra Azzurra al Campionato del Mondo di Fotografia Subacquea, organizzato dalla CMAS in collaborazione con la Federazione Messicana, a La Paz. Trentacinque i fotografi partecipanti provenienti da diciannove nazioni. La nostra squadra era composta dai fotografi Stefano Proakis e Francesco Visintin e dalle modelle Isabella Furfaro e Francesca Romana Reinero, direzione tecnica del sottoscritto in collaborazione con il tecnico federale Michele Davino. Il risultato finale ha visto un ottimo Stefano Proakis confermarsi, ancora una volta ad alti livelli, aggiudicandosi una medaglia d’argento nella categoria “Macro” e una di bronzo in quella “Close Up Seals”, cioè nella foto ravvicinata con soggetto i leoni marini, risultati che lo hanno portato ad occupare la sesta posizione nella classifica generale. Mentre Francesco Visintin, pur con un’ottima produzione, non è riuscito ad entrare in zona medaglie.
Questa manifestazione è stata certamente caratterizzata da grossi problemi tecnici e organizzativi che hanno pesato non poco sullo svolgimento della gara e soprattutto sui lavori della giuria (i programmi relativi alle votazioni sono andati in panne con la conseguenza che le somme sono state fatte tutte a mano e anche il programma che prevedeva la votazione pubblica delle dieci migliori fotografie di ogni categoria, come da regolamento, non è stato effettuato). Altra nota negativa è la ormai consolidata consuetudine da parte della Cmas di dare, in sede di briefing pre-gara, interpretazioni sui generis a certe norme del regolamento e questa volta è toccata alla tecnica della doppia esposizione che è stata vietata nelle categorie “Macro” e “Pesce”!
Comunque, non nascondiamoci, i problemi ci sono stati per tutti e questo risultato, nel complesso inferiore alle aspettative, può essere dipeso anche da una nostra produzione fotografica, per me di buon livello, ma che non è riuscita a convincere questa giuria.
In ogni caso complimenti al vincitore, Rafael Fernandez Caballero che, non per caso, dopo aver vinto il titolo di campione d’Europa, si è confermato vincendo anche a livello mondiale.
Qualche perplessità su altri piazzamenti mi rimane ma questo va accettato perché rientra nell’imponderabile di questo nostro stupendo sport che mi ha visto partecipe attivo, in ambito internazionale come d.t. dal 2013 ad oggi, con la partecipazione a due mondiali e due europei con un totale di diciotto medaglie vinte dai vari campioni, fotografi, modelle e assistenti che, di volta in volta, hanno fatto parte della squadra nazionale di Fotografia Subacquea dimostrando sempre grande impegno, professionalità e attaccamento ai colori azzurri. A partire dal Mondiale 2013 a Cuba, fotografi Stefano Proakis e Michele Davino con le rispettive modelle Isabella Furfaro e Sonia Monreale, all’Europeo del 2014 alle Azzorre, sempre Michele Davino con Sonia Monreale e Stefano Gradi con Giovanna D’Orazio. E infine un altro europeo, questa volta in Spagna nel 2016, a La Herradura, Stefano Proakis con Isabella Furfaro e Francesco Visintin con Stefano Gradi.
Da quest’anno ho deciso di lasciare l’incarico di commissario tecnico e per il 2018 mi subentrerà Michele Davino che, dopo aver lasciato l’attività agonistica con risultati di altissimo livello, si è reso disponibile a mettere a disposizione dello staff tecnico della federazione le sue indubbie capacità tecniche e gestionali. È una decisione che avevo già preso prima del Mondiale del 2017 in Messico e si inquadra in un’ottica di un ricambio tecnico e generazionale indispensabile, a mio avviso, per un’ulteriore crescita di questo sport.

Ma siamo già al 2018 che vedrà tante iniziative come lo “Stage di aggiornamento tecnico e culturale del Club Azzurro” previsto per il 16,17 e 18 di febbraio, al quale potranno partecipare tutti i fotografi subacquei tesserati, con relatori importanti e qualificati, quali Mimmo Roscigno e Marcello Di Francesco, e con la collaborazione di Nital S.p.A., distributore ufficiale in Italia dei prodotti Nikon. Come i workshop di grandi fotosub, Francesco Sesso, Adriano Morettin e Francesco Visintin, nello spazio “Università della Fotografia”, all’EudiShow i primi di marzo.
E un altro stage in primavera, questa volta in acqua, per confrontarsi e condividere e confrontare sul campo stili e tecniche di ripresa. Nel frattempo è iniziata un’altra stagione di gare selettive in tutta Italia, da Riva del Garda a Siracusa per accedere ai Campionati Italiani che saranno a fine settembre e il “Gran Premio Fipsas”, concorso per fotografie subacquee e videoproiezioni che, ricordiamo, per l’anno 2017 è stato vinto in tutte e due le categorie da un ottimo Alessandro Giannaccini.
Insomma un altro anno ricco di iniziative per gli appassionati di fotografia subacquea.

Il mare dell’intimità

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Dedicata all’archeologia subacquea che racconta l’Adriatico come “mare intimo”, la mostra si svolge fino al 1° maggio 2018 presso i suggestivi locali appositamente allestiti a Trieste, ex Pescheria – Salone degli Incanti, in Riva Nazario Sauro, 1. Andate a vederla, non ve ne pentirete.

La Redazione. Foto Chiara Scrigner.

«…il Mediterraneo è il mare della vicinanza, l’Adriatico è il mare dell’intimità…» Ci piace il pensiero che sia stata proprio questa poetica definizione dello scrittore Predrag Matvejević – riportata nel suo libro “Breviario Mediterraneo” – ad aver ispirato anche in sua memoria il titolo della particolarissima esposizione triestina di cui stiamo parlando. Apertasi al pubblico il 17 dicembre scorso, resterà visitabile fino al 1° maggio 2018 e costituisce un’attrattiva culturale e tecnica senza precedenti, che abbiamo voluto visitare per voi. Per la prima volta vengono offerti al pubblico in una visione d’insieme relitti, opere d’arte e oggetti della vita quotidiana, merci destinate alla vendita e attrezzature di bordo, insomma un migliaio di reperti provenienti dai numerosi giacimenti sommersi e prestati per l’occasione da musei italiani, croati, sloveni e montenegrini nonché ora allestiti in uno spazio di oltre duemila metri quadrati. Il tutto accompagnato da un fitto calendario di eventi collaterali, visite guidate, attività per le scuole e laboratori didattici. L’iniziativa ha un’anima antica, espressa in maniera estremamente attuale: un rosario di racconti, anzi le mille e una notte dell’Adriatico, un libro aperto con le tante storie di uomini e donne che in ogni tempo hanno guardato l’Adriatico da una riva o dal ponte di una nave, che lo hanno invocato per placarne le furie o su di esso si sono avventurati alla ricerca di venti propizi, imprese e fortuna su navi spinte in volo dalle vele.

L’esposizione è stata curata da Rita Auriemma, Direttore del Servizio di catalogazione, formazione e ricerca dell’ERPAC – Ente Regionale per il Patrimonio Culturale della Regione Friuli Venezia Giulia che promuove e organizza l’iniziativa insieme al Comune di Trieste – Assessorato alla Cultura e in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, il Polo Museale del Friuli Venezia Giulia, la Federazione Archeologi Subacquei, il Croatian Conservation Institute, l’International Centre for Underwater Archaeology e numerosi altri partner italiani e stranieri, con il patrocinio del Ministero Beni e Attività Culturali e Turismo (MiBACT), del Ministero della Cultura Croato, del Ministero del Turismo Croato, del Ministero della Cultura Sloveno, di Promoturismo Fvg, con il contributo della Fondazione CRTrieste e grazie al supporto di Tiare Shopping Center. Media Partner: Il Piccolo.

L’allestimento, curato dall’architetto Giovanni Panizon, ha trasformato l’ex Pescheria-Salone degli Incanti di Trieste in un paesaggio d’acqua, un fondale sommerso che permette di leggere in maniera più globale l’intensità degli scambi culturali e dei traffici commerciali, la specificità della costruzione navale antica, la ricchezza delle infrastrutture e il dinamismo dei paesaggi costieri, le storie degli uomini che hanno attraversato questo mare intimo.

“Si è rinunciato a ogni intento di esaustività scegliendo di giocare con il tempo all’interno dei macrotemi che compongono l’esposizione”, recita ancora la comunicazione ufficiale della mostra: Lo spazio Adriatico, I porti e gli approdi, Le navi, Le merci, Gli uomini, Le attività, Le guerre, I luoghi sacri, Le migrazioni e La ricerca sotto il mare.

All’ingresso i visitatori sono accolti da un’installazione che illustra, con 22 modelli, le imbarcazioni che nei secoli hanno solcato l’Adriatico. Lasciandosi alle spalle il mare, si raggiunge uno spazio che riproduce in negativo lo scafo di una nave antica, nel quale i reperti archeologici svelano la cultura materiale e sociale cresciuta lungo le rive di questo mare.

Lo spazio libero che circonda il corpo centrale dell’allestimento raccoglie invece i grandi elementi: la riproduzione della sezione della nave di Zambratija, la nave cucita più antica del Mediterraneo, lo zoppolo di Aurisina, una marotta, la prua del sommergibile Medusa, affondato nel 1915 al largo delle Bocche di Lido, a Venezia, perché colpito dal siluro lanciato dal sottomarino U-11, tre cannoni in bronzo due dal Museo storico Navale di Venezia e uno da porto Garibaldi, il sommergibile Molch, e la ricostruzione scala 1:1 della sezione trasversale del relitto della IuliaFelix, ritrovata al largo di Grado, con parte del suo carico originale. Nel cuore del Salone degli Incanti, l’Agorà, trovano spazio le statue: la replica dell’Apoxyomenos, l’opera bronzea nota anche come l’atleta della Croazia, rinvenuta nel 1999 a est dell’isola di Lussino a 45 metri di profondità, il cd. Navarca di Aquileia, la statua funeraria in marmo di un ammiraglio ispirata ai modelli eroici della Grecia classica, ma risalente al I secolo d.C. I visitatori trovano, inoltre, l’Atleta di Barcola, la scultura in marmo greco rinvenuta durante gli scavi di una villa marittima eseguiti alla fine dell’Ottocento a Barcola (Trieste), copia romana di una delle sculture più famose di Policleto, il Diadumeno, e ancora il “principe” di Punta del Serrone, una statua bronzea che raffigura con ogni probabilità Lucio Emilio Paolo il comandante romano che sconfisse a Pidna, nel 168 a.C., Perseo di Macedonia, tra i generosi prestiti provenienti dal Museo Archeologico Francesco Ribezzo di Brindisi.

La mostra gode di un respiro internazionale conferitole dall’origine stessa dei reperti, provenienti da quasi 50 musei dislocati in quattro Paesi europei, e cioè Italia, Croazia, Slovenia e Montenegro oltre che da prestatori privati; oltre un migliaio i reperti che sono stati esposti. La mostra attinge più di un terzo dei suoi oggetti dalla Croazia. Diciassette le istituzioni croate coinvolte in questa impresa comune. Un precedente accordo bilaterale tra i due Ministeri dei beni culturali croato e italiano ha infatti facilitato la cooperazione tra i due Stati al fine di realizzare iniziative culturali congiunte, di cui la mostra in questione è sicuramente uno dei risultati più importanti. E viene proprio dalla Croazia la copia moderna dell’Apoxyomenos. Anche gli altri Paesi tra i quali la vicina Slovenia e in particolare il Museo del Mare “Sergej Mašera” di Pirano, hanno dato un significativo contributo. Dalla Slovenia arrivano la riproduzione di un’ancora romana con il ceppo originale, alcuni esemplari di ex-voto (i dipinti dove gli scampati facevano raffigurare le circostanze nelle quali erano stati salvati grazie all’intercessione della madonna o dei santi) e ancora una polena dorata raffigurante la mitica immagine della Medusa, anche simbolo di Capodistria, che ornava la prua del veliero Corriere d’ Egitto, di proprietà, come i velieri Istria e Zorniza, di due capitani e armatori capodistriani: i fratelli Nazario e Domenico Zetto.

L’accordo di collaborazione tra l’Erpac-Servizio catalogazione formazione ricerca e il Polo museale del Friuli Venezia Giulia per l’organizzazione della mostra, oltre al prestito di più di trecento reperti del Museo Nazionale dell’Archeologia Subacquea di Grado e del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, ha previsto il restauro del già citato Navarca, una fra le sculture più importanti del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia ad opera dell’ERPAC. Il restauro del Navarca è solo la prima tappa di un più ampio progetto di studio e di restauro di alcune delle opere più importanti della raccolta storica del Museo Archeologico Nazionale, avviata dal Polo museale del Friuli Venezia Giulia, anche grazie a collaborazioni con diversi Enti e Istituzioni pubbliche e private, in occasione del totale riallestimento della collezione, che sarà fruibile al pubblico a partire dalla prossima primavera.

Tornando un attimo alla figura ispiratrice del titolo della mostra, il 7 febbraio 2018 al Teatro Miela, uno degli eventi collaterali della mostra sarà dedicato proprio a Predrag Matvejević, nel primo anniversario dalla scomparsa. Con Filippo Borghi, Fuad Ahmadvand al Santur e la regia di Mila Lazić, nello spettacolo Breviario Mediterraneo le parole di Matvejević si intrecceranno con la Polifonia mediterranea, un’installazione acustica composta da più voci nelle lingue del mondo in cui il libro omonimo Breviario Mediterraneo è stato tradotto.

Perché scegliere proprio Trieste per allestire questa mostra? Dall’organizzazione non hanno dubbi nel rispondere e nel proseguire così: «Crocevia d’Europa, intimo seno dell’Adriatico, punto d’incontro ideale tra due assi perpendicolari, il capoluogo del Friuli Venezia Giulia segna da un lato il passaggio da Occidente a Oriente, dall’altro quello tra nord e sud, tra Mitteleuropa e Mediterraneo. È impressionante pensare a quanti popoli, dall’antichità a oggi, hanno navigato questo specchio d’acqua. Parte del cuore pulsante della vita triestina sono ancora oggi le Comunità Serbo Ortodossa e Greco Orientale: i due nuclei si costituirono proprio navigando l’Adriatico, per commerciare in quello che era il Porto dell’Impero austroungarico. Sempre a Trieste, che si trova a cavallo tra le due sponde di questo mare, si parla un dialetto di tipo veneto che costituisce una sorta di lingua franca comprensibile da Chioggia alla Dalmazia. Ciascuno di questi popoli ha lasciato dietro di sé una traccia che l’Adriatico, casa comune, custodisce. Trieste, quindi, città al centro, trait-d’union in questo mare che ha sempre unito e mai diviso.

La mostra è solo la punta dell’iceberg di un intrecciarsi di progetti di ricerca, di missioni congiunte, di joint ventures dai risultati eccellenti. È essa stessa un progetto di ricerca, un percorso di analisi e studio che trae le mosse dal cuore delle attività del Servizio catalogazione, formazione e ricerca dell’ERPAC: la conoscenza e la documentazione, in questo caso dei siti sommersi, nella grande banca dati e portale regionale SIRPAC, che raccoglie i beni culturali della regione.

“Nel mare dell’intimità” diverrà punto di partenza per altre iniziative e altri progetti, forse ancor più ambiziosi. Molte cose sono state pensate per sopravvivere dopo la mostra: lo studio di vari nuclei di materiali, gli interventi di restauro di altri, varie installazioni del percorso avranno una vita ben più lunga. Ad esempio la riproduzione a grandezza naturale della sezione trasversale della nave di Grado, con il carico originario di anfore riutilizzate per il trasporto di salse e conserve di pesce, probabilmente prodotte ad Aquileia, costituirà il primo nucleo dell’allestimento del Museo Nazionale dell’Archeologia Subacquea di Grado, nell’ambito di un accordo di valorizzazione tra Polo Museale del FVG, Comune di Grado ed ERPAC.

Infine, questa mostra sarà una necessaria riflessione sull’archeologia subacquea in Italia sulla quale, dopo le pionieristiche esperienze del secolo scorso, sembra essere calato il sipario e sul futuro del patrimonio sommerso, oggi che la Convenzione di Faro – che proclama il valore d’uso dell’eredità culturale da parte delle comunità che ne sono legittime proprietarie – sta divenendo parte della nostra legislazione. Già la Convenzione UNESCO 2001, divenuta Legge 157/2009, proponeva la musealizzazione in situ del patrimonio sommerso. Esemplare in questo senso è la lezione della Croazia, con 8 siti divenuti altrettanti parchi archeologici subacquei, innescando un processo virtuoso in cui anche il turismo subacqueo – turismo ad alta redditività e a forte vocazione ambientale – diviene turismo culturale e i sistemi turistici si pongono al servizio del patrimonio e della gente.

L’Ente ERPAC stesso, istituito con la LR 2/2016, va a colmare un vuoto. Con l’Erpac si è dato avvio a una visione globale e integrata della conoscenza, conservazione, restauro, valorizzazione e promozione del patrimonio culturale del territorio. Ha assorbito funzioni, strutture e competenze dell’Azienda speciale Villa Manin, dell’IPAC, Istituto regionale per il patrimonio culturale del FVG, e dei Musei provinciali di Gorizia.

Si sta dimostrando importante e concreto strumento di regia e di valorizzazione del territorio triestino e punto di riferimento anche per gli Enti locali di tutta la Regione. L’ERPAC infatti contribuisce a promuovere gli istituti e i luoghi della cultura quali musei, ecomusei, biblioteche, fototeche e archivi, aree e parchi archeologici e complessi monumentali, nonché gli altri beni culturali, con un approccio unitario che guarda alla formazione degli operatori, attraverso corsi mirati per i diversi settori, e alla riqualificazione dell’offerta culturale, con occhio attento anche ai processi in atto a livello nazionale. Una realtà che, con la sua attività, sta delineando un percorso organico per le politiche culturali regionali. Non è un caso che, per questo periodo natalizio, l’ERPAC presenti una ricca e diversificata proposta con due mostre a Trieste – “Nel mare dell’intimità” per l’appunto e “Maria Teresa e Trieste” (Magazzino delle Idee) -, la mostra “La Rivoluzione russa. Da Djagilev all’Astrattismo (1898-1922)” a Gorizia, aperta al pubblico dal 21 dicembre al 25 marzo 2018, e la mostra “Perestrojka” a Gradisca d’Isonzo (Galleria Spazzapan), con la rilettura dell’utopia comunista attraverso le immagini della sua dissoluzione.

Per valorizzare il patrimonio culturale è necessario prima conoscerlo e amarlo. Ecco perché la mostra ha un forte intento didattico e divulgativo: non solo bambini e ragazzi fino ai 19 anni d’età entreranno gratuitamente, ma saranno organizzati, a cura dell’Immaginario Scientifico di Trieste, anche laboratori gratuiti ludo-didattici per bambini dai 6 ai 10 anni (le domeniche alle 15, già partite da gennaio 2018), visite guidate gratuite il sabato e la domenica mattina alle 11 (iniziate dal 31 dicembre 2017) e, sempre avviati da gennaio 2018, percorsi didattici riservati alle scuole. Inoltre, fino alla chiusura, la mostra sarà accompagnata da eventi collaterali a cura di Rita Auriemma, Pietro Spirito e Bonawentura Coop. soc. Il Miela: conferenze, docu-film, letture e spettacoli.»

Tutte le informazioni complete e approfondite si trovano sul sito ufficiale della mostra www.nelmaredellintimita.it . O interpellando l’e-mail info@nelmaredellintimita.it o il tel. +39 040 3226862 attivo in orario di apertura della mostra. Qui si potranno reperire news, notizie sempre aggiornate sulle iniziative collegate alla mostra e sui suo contenuti. Già attivo da subito l’hashtag #intimoAdriatico da seguire e da usare per condividere immagini, pensieri, commenti live sulla mostra, cercare informazioni e novità. Il Catalogo, edito da Gangemi Editore, curato da Rita Auriemma con la progettazione grafica di Trart, è disponibile al bookshop della mostra in versione italiana e inglese.

LST 349, il relitto delle sorprese

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«Entriamo nella prima stiva di dritta. L’impatto è toccante. Il fondo è disseminato da oggetti di vita di bordo: stivali di gomma, uniformi ormai ridotte a brandelli, anelli inox per l’occhiellatura dei teloni. E sbucano fuori molti proiettili calibro 7,65…». A Ponza, Punta Papa, con il reb. Ci starete due ore e non vorrete ancora uscire da questa immersione!

A cura di Claudio Budrio Butteroni. Foto Carlo Ravenna. Foto storiche per gentile concessione NavSource Team – www.navsource.org

L’immersione sul relitto di Punta Papa (così è conosciuto ai più quanto rimane dell’LST 349) è sicuramente tra le più belle, suggestive e scenografiche dell’Isola di Ponza. LST è l’acronimo di “Landing Ship Tank”, navi della Flotta Inglese utilizzate durante il secondo conflitto mondiale per il trasporto di truppe e di mezzi militari ed il loro sbarco a terra. Era la notte tra il 22 ed il 23 febbraio del 1943 e l’LST 349, impiegata nell’operazione Shingle, era in navigazione tra Anzio e Napoli. Sorpresa da una violenta tempesta, cercò riparo a ridosso della costa, ad ovest di Ponza. Un repentino ed inaspettato mutamento delle condizioni meteo sorprese la nave ed il suo equipaggio. L’imbarcazione ruppe gli ormeggi e venne ripetutamente sbattuta sugli scogli. Spezzatasi in due tronconi, affondò in pochi secondi.
Durante l’affondamento perì una trentina di uomini tra marinai e prigionieri, mentre altri furono tratti in salvo da alcuni pescatori del luogo che gettarono le loro reti sugli scogli per fornire un appiglio ai malcapitati.
Occasione ghiotta per trascorrere qualche giorno a Ponza è il CCr Meeting 2017 organizzato dal Ponza Diving di Andrea Donati (un dettagliato articolo al riguardo è stato da me pubblicato su questa testata in occasione dell’evento).
Giunto a Terracina scarico le attrezzature in prossimità dell’imbarco, confidando nelle consegne affidate all’addetto alle operazioni di imbarco della compagnia, e corro a parcheggiare la macchina fiducioso che la scelta di una partenza infrasettimanale mi consenta di trovare posto nel vicino parcheggio libero.
Giunto a Ponza l’accoglienza di Andrea, Daniela e tutto lo staff, è come al solito impeccabile. I motori già brontolano e, giusto il tempo di imbarcare le attrezzature sul Nettuno II, molliamo gli ormeggi in direzione dell’isolotto di Gavi. Doppiata la strettoia che lo separa dall’isola, sulla nostra sinistra si staglia Punta Papa. Il rumore dei motori che cedono potenza è il messaggio che m’indica che la nostra meta per oggi sarà il relitto dell’LST 349.
Il relitto, diviso in due tronconi distanti diverse decine di metri, giace su un fondale sabbioso tra i 20 e i 25 metri. Normalmente le due porzioni vengono esplorate in due diverse immersioni; sebbene la profondità consenta lunghi tempi di permanenza sul fondo bisogna fare bene i conti con la scorta di gas necessaria a coprire il tragitto di andata e ritorno tra i due siti.
Il punto ottimale per l’ormeggio è tra i due tronconi, dove viene per l’appunto mollata l’ancora. Sebbene il Nettuno esponga la regolare bandiera segnasub, il gommone di supporto provvede a mollare due cime piombate, munite di boa segnasub, proprio in corrispondenza dei due tronconi; questo tratto di mare è estremamente trafficato ed ogni precauzione per evitare incidenti è d’obbligo.

Dopo essersi immersi si procede navigando con la parete a destra e dopo pochi minuti ci si presenta la prima sezione da esplorare. La prua rappresenta la sezione più profonda; si trova proprio sotto lo scoglio di Punta Papa, adagiata su un fondale di 25 metri.
Si possono ammirare tre delle quattro mitragliatrici antiaeree ancora al proprio posto, mentre la quarta, staccatasi durante il naufragio, giace a pochi metri di distanza dal troncone di prua. L’accesso e l’esplorazione del relitto, anche nelle cabine dell’equipaggio, risulta estremamente semplice grazie alla limitata profondità, all’acqua cristallina dei fondali ponzesi ed alla luce solare che agevolmente penetra in ogni ambiente.
Lo scafo è composto da tre stive tutte facilmente accessibili. Visitiamo per prima la stiva di dritta. Il primo impatto è toccante. Il suolo è disseminato da oggetti di vita di bordo: stivali di gomma, uniformi oramai ridotte in brandelli, anelli inox per l’occhiellatura dei teloni. Vi sono inoltre numerosi proiettili calibro 7,65 che – per tutelare l’incolumità del sito e dei visitatori – sono stati nascosti dalle guide subacquee del posto e che vengono mostrati in concomitanza dell’esplorazione del relitto.
Tornando sui nostri passi riusciamo da dove siamo entrati e ci dirigiamo sul lato opposto per visitare la stiva di sinistra. Entrando ci troviamo in un primo vano dove è presente una scaletta che sale verso il ponte superiore all’esterno; al momento la ignoriamo e proseguiamo dritti passando in una seconda stanza dove possiamo osservare, ancora ancorate sulla parete esterna, le intelaiature delle brande dei militari, posizionate “a castello” in serie di tre, per un totale di dodici posti letto. Alla nostra destra, un quadro elettrico con le spie blu ancora lucide. Proseguendo ancora in avanti accediamo ad un ultimo stanzino con la cala dell’ancora; è visibile in alto l’occhio di cubia con la catena che sale verso il verricello sulla coperta.
Tornando indietro ripercorriamo il tragitto all’inverso fino alla prima stanza dove, seguendo la scala, prendiamo la via che ci conduce direttamente sul ponte superiore. Lo percorriamo lungo il lato di sinistra. Una cassettina contenente un piccolo quadro elettrico cattura la nostra attenzione: sono i selettori che comandavano gli argani; nonostante il tempo trascorso e le concrezioni, alcuni ancora si muovono. Più avanti intercettiamo la catena dell’ancora che dalla stiva di sinistra abbiamo visto salire sul ponte, e che giunge fino all’argano.
Giunti sulla prua troviamo in bella mostra le tre mitragliatrici di cui una con il selettore ancora funzionante.
Qui consigliamo di allontanarsi un po’ dal relitto e di salire di qualche metro per poter godere di una fantastica visione di insieme.
Ritorniamo verso il relitto per l’esplorazione della stiva di centrale. Il ponte di carico, privo dei portelloni di prua, è ampio e facilmente accessibile da ambedue i lati. Sostando nella parte interna e guardando verso prua, sono presenti sopra al vano di apertura dei finestroni attraverso i quali è possibile vedere gli ingranaggi che muovevano i portelloni. Usciamo nuovamente dal lato di prua e, mantenendoci all’esterno dello scafo, ci muoviamo costeggiando il lato di destra in direzione della poppa. Incontriamo un altro finestrone che da visione sulle ruote dentate che governavano i portelloni.

L’esplorazione della sezione di poppa merita un’immersione a sé stante. Tuttavia in questa specifica circostanza l’intero gruppo dei subacquei è dotato di rebreathers che ci consentono di allungare considerevolmente i tempi di permanenza sul fondo.
Ci muoviamo quindi con la parete di Punta Papa sulla sinistra, seguendo i frammenti dell’imbarcazione snocciolati sul fondale.
Strada facendo ci imbattiamo in una piccolissima area con alcune piante di Posidonia Oceanica. Ci lasciamo distrarre per qualche minuto da dedicare alla ricerca di alcuni esemplari di cavalluccio marino (Hippocampus) che hanno scelto quest’insolita abitazione
Senza attardarci oltremodo, proseguiamo la nostra pinneggiata nella sabbia; un reel sapientemente disteso ci spinge a perseverare fin quando intravediamo una sagoma scura stagliarsi dal fondo; è la sezione di poppa che giace su un fondale sabbioso a circa 20 metri di profondità.
Questo troncone è di minori dimensioni ed inoltre, a differenza dell’altro, è parzialmente sprofondato dalla sabbia bianca di Ponza. Svetta, su tutto, il castello di comando che sovrasta dall’alto le restanti strutture del relitto le quali, a causa del naufragio, in questa circostanza appaiono a tratti maggiormente confuse. Un piccolo locale, forse una stiva, quasi totalmente invaso dalla sabbia, risulta ancora facilmente accessibile ed attraversabile grazie ad una chiara via d’uscita esattamente sul lato opposto. Una spaccatura sul lato di sinistra, in corrispondenza della poppa, consente l’accesso alla sala macchine, all’interno della quale sono visibili i grandi motori ed i quadri elettrici. Esternamente la pala del timone e la pala dell’elica, parzialmente insabbiate, emergono dal fondo.
A questo punto gli strumenti segnano un tempo totale d’immersione di quasi due ore. Di qui, anziché tornare in prossimità della sezione di prua, è preferibile risalire puntando direttamente la parete che si trova nelle immediate vicinanze, dove scaricare eventuale decompressione accumulata curiosando tra gli scogli. Il felice incontro con Claudio (noto con lo pseudonimo di Caramella) e della sua compagna di vita e d’immersione Paola, mi danno l’opportunità di esplorare in sicurezza una piccola grotta a pochi metri dalla superficie, mentre la mia mente già vola verso le fantastiche pietanze che già ci aspettano a bordo del Nettuno II.


La subacquea al Boot di Dusseldorf

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L’ultima settimana di gennaio si è svolto a Dusseldorf, in Germania, il Boot, il più importante salone nautico d’Europa. E c’era anche la grande subacquea.

Di Virginia Salzedo

Con i suoi 220.000 metri quadrati, suddivisi in 17 padiglioni coperti, ha fatto sognare migliaia di appassionati di sport acquatici che l’hanno visitato.
Circa 1800 espositori, provenienti da 60 diversi paesi del mondo, hanno messo in bella mostra qualunque tipo di prodotto legato in qualche maniera all’acqua.
La cosa che colpisce è proprio l’incredibile varietà di prodotti esposti, da lussuosissimi yacht lunghi quasi quaranta metri, a case galleggianti, a motoscafi, a gommoni, a kayak, a surf, a barche a vela di qualunque tipo e prezzo, fino ad arrivare a piccoli accessori nautici, al vestiario ed ai pacchetti turistici.
Impressiona vedere tanti cartelli sulle imbarcazioni lussuose con la scritta “venduto” ed immaginarsi che forse, per qualcuno, quel giorno è iniziata una nuova vita, un nuovo sogno, una nuova avventura legata al mare.
Il padiglione tre era interamente riservato alla subacquea, con centinaia di operatori del settore che avevano letteralmente riempito ogni spazio disponibile.
C’erano le più importanti ditte di prodotti subacquei ma anche tantissimi negozi con banconi strapieni di ogni tipo di accessorio subacqueo che vendevano direttamente ai visitatori.
In alcuni momenti si faceva fatica a passare tra gli stand, tanta era la folla presente in fiera. In particolare negli ultimi due giorni dal momento che molti espositori scontavano i prodotti che non avevano venduto durante la fiera e così il pubblico si accalcava con la speranza di fare qualche buon affare.
Tanti anche i diving da tutto il mondo presenti al Boot che, per l’occasione, proponevano viaggi con immersioni da sogno a prezzi particolarmente scontati.
La zona centrale del padiglione dedicato alla subacquea era attrezzata con delle vasche simili a grandi acquari, dove la gente poteva provare l’emozione dell’immersione o testare dei nuovi prodotti.

Un grande palco accoglieva spettacoli, conferenze e show vari, dove il tema dominante era sempre e comunque il mondo sottomarino.
Tanti i produttori italiani presenti a Dusseldorf, tra questi la Mares che ha dato molto spazio alla sua nuova linea “XR” per subacquei tecnici ed al rebreather Revo/Mares.
Sicuramente questa nuova strategia di mercato della Mares favorirà in breve tempo una grande diffusione ed un conseguente abbassamento dei prezzi dei prodotti tecnici, seguito da una larga proposta di corsi didattici SSI (agenzia didattica della stessa proprietà Mares) sia tecnici che per circuiti chiusi, rendendo così accessibile ad un grande pubblico ciò che fino a poco fa era riservato solo ad una ristretta categoria di subacquei.

Tra le eccellenze italiane presenti in fiera non poteva mancare la piscina più profonda al mondo, la Y-40 con sede a Montegrotto Terme.
Presenti anche alcuni diving che operano in diverse regioni italiane, dalla Calabria con il Megale Hellas Diving Center, alla Sardegna, con l’ Air Sub di Villasimius ed il Tavolara Diving, fino ad arrivare all’Isola del Giglio con il Deep Blu Diving.
Il padiglione numero 4 era per metà dedicato alla fotografia subacquea con due espositori italiani presenti in fiera, Fabio Benvenuti con le custodie Easy Dive e i braccetti in carbonio Carbonarm ed Elisa Isotta con le sue mitiche custodie rosse Isotecnic.
Il geniale Fabio Benvenuti proponeva una novità assoluta sul mercato, la Leo3 smart, l’unica custodia subacquea universale al mondo con tasti touch screen compatibile con tutti i modelli di smarthphone presenti sul mercato, iOS ed Android, operativa fino a 150 metri di profondità e che può essere accessoriata con degli illuminatori subacquei.
Sempre allo stand Easy Dive troviamo le Leo3 e Leo 3Wii custodie universali per fotocamere reflex e mirrorless che hanno la caratteristica di poter funzionare con qualunque tipo di fotocamera. Infine i prodotti Carbonarm, braccetti ed accessori in leggera e resistente fibra di carbonio per custodie subacquee.
Spostandoci di pochi metri Elisa Isotta propone custodie in alluminio dedicate alle più importanti marche di fotocamere sul mercato.
Le novità per Isotecnic sono la custodia per la nuovissima Nikon D850, fotocamera reflex professionale di fascia alta con sensore full frame da 45.7 megapixels, e la custodia per la nuova GoPro Hero6.

Madrina eccezionale allo stand di Elisa Isotta la nota e bella fotografa americana Amanda Cotton che usa le custodie Isotecnic per le sue magnifiche spedizioni in giro per il mondo.
Amanda gira tutti i mari del mondo fotografando per varie riviste come il National Geographic e si occupa di salvaguardia del mare
dall’inquinamento delle plastiche e collabora con il “mito” della fotografia d’avventura Amos Nachoum alle spedizioni fotografiche alla ricerca dei grandi animali come orsi polari, orche, balene, squali ed anaconda.
Infine in Germania ha sventolato, ancora una volta, la bandiera italiana per il concorso fotografico “World Shootout”, il più importante contest di fotografia subacquea che si svolge al mondo, con un montepremi che si avvicina ai 100.000 $.
L’italiano Franco Tulli si aggiudica il “Best in the show” con uno scatto di un Coconut Octopus fatto a Lembeh, in Indonesia. La foto riprende il comportamento particolare di questo piccolo polpo, che utilizza le valve della conchiglia come una casa, portandola appresso nei suoi spostamenti.
Franco dedica questa meravigliosa vittoria a sua madre, che è venuta a mancare proprio nei giorni del Boot e, a causa di ciò, non è potuto essere presente alla cerimonia di premiazione.
Altro italiano a primeggiare è il senese Filippo Borghi, con una delicatissima immagine, con la quale si aggiudica la categoria macro, di un piccolo di Scyliorhinus canicula, comunemente chiamato gattuccio, che rompe la membrana del suo uovo e comincia la sua difficile vita nel nostro mar Mediterraneo. Sempre Borghi, con un portfolio di tre immagini rappresentanti la vita del gattuccio, vince il secondo posto nella categoria squali.
Massimo Giorgetta, invece, si porta a casa un secondo posto nella categoria Fish & Fashion con una serie di tre immagini creative scattate nella piscina Y-40. Per realizzare due di questi scatti è stato affiancato dalla squadra del Vicenza calcio.
La vittoria più importante, se non altro per il montepremi del valore di 30.000$, è andata alla squadra italiana formata dai fotografi Pietro Cremone, Marcello Di Francesco e Massimo Zannini che, con un portfolio di due foto a testa, si sono aggiudicati il premio “Underwater Photography Global Championship 2017”.
Bellissime le loro immagini che immortalano uno squalo balena e dei leoni marini a La Paz in Messico, una medusa partenopea e un cucciolo di salamandra ripreso in acque lacustri italiane.
Il Boot infondo è sempre anche un’ottima occasione per visitare la bella città di Duesseldorf che si affaccia sul Reno, per mangiare lo stinco e bere una buona birra tedesca in compagnia di tanti amici del mare.

Volevo battere Mario Catalani

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Una storia sub sul Palco Maiorca di Eudi Show 2018. Una storia che ci riporta alle vere origini delle attuali “attività subacquee”.

La redazione

I libri sono importanti perché ci fanno evadere, sognare, conoscere l’ignoto o perché raccontano storie dove, attraverso la fantasia, si scopre la realtà impedendoci di dimenticarla. Questa è una delle possibili chiavi di lettura di “Volevo battere Mario Catalani” di cui sono autori Decimo Lucio Todde e Gianfranco Zurlo, il comandante Bak così conosciuto negli ambienti marinareschi.
Sono pagine dense in cui sarà bello tuffarsi anche perché, come si può intuire dal titolo, esse ci richiamano alla mente un atleta come Mario “mitra” Catalani, il primo campione mondiale per aver conquistato la vittoria nel campionato del 1957 a Lussinpiccolo (parliamo di “caccia subacquea”, poi divenuta “pesca subacquea”, infine approdata alla più moderna definizione di “pesca in apnea” – ndr) quando la gara, per la partecipazione della squadra statunitense, per la prima volta da “europea” fu classificata “mondiale”.
Del resto tutto comincia con un sogno, azzurro come il mare come tutti i sogni, fatto dal protagonista in una notte di tramontana sul finire del febbraio 2016. Da lì l’avventura si dipana nel tempo, attraverso una caccia subacquea dove le prede sono i ricordi e i nomi che hanno fatto la storia della subacquea italiana e non solo. Il comandante, come un novello Dante, andrà alla ricerca del perché di quel sogno sfogliando documenti, fotografie, libri e riviste del settore che custodisce con sacro rispetto. Come scrive Gianni Risso (www.apneaworld.com) nella sua presentazione, si svelerà nel corso del racconto la bellezza e la forza delle profondità marine e dall’altra parte l’ardimento degli uomini-delfino, quali Raimondo Bucher, nonché dell’ingegno di altri uomini sapienti quali Egidio Cressi, fondatore con il fratello Nanni della Cressi Sub nel 1946, Luigi Ferraro che nel 1962 fonda la Technisub, Ludovico Mares apneista italiano che a Rapallo nel 1949 fonda la Mares. Nella sua ricerca, il comandante incontrerà vecchi amici e conoscitori di quel mondo, manifestando timori e inquietudini per il tempo che passa e avvolge nell’oblio ciò che di grandioso è avvenuto nelle strade di una delle capitali storiche della subacquea. Una sirenetta – e chi meglio di lei – lo aiuterà a trovare i significati profondi e a liberarlo da quel travaglio interiore che coglie quasi tutti e che negli uomini di mare assomiglia all’approssimarsi di una tempesta, quando montano le onde e non si vede l’ora che la calma ritorni.
Decimo Lucio Todde e Gianfranco Zurlo presenteranno il loro libro venerdì 2 marzo alle ore 11:30 presso il palco Maiorca in collaborazione con CRESSI e www.apneaworld.com.
Per ogni ulteriore informazione, dettagli e aggiornamenti sulle iniziative v’invitiamo a consultare il sito www.eudishow.eu.

Dolphin man

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Sarà proiettato in Eudi sul Palco Ferraro domenica 4 marzo alle ore 13:00 un nuovo, straordinario film sulla vita e l’eredità di Jacques Mayol.

La redazione

Scopri la storia e l’eredità di Jacques Mayol, il leggendario apneista la cui vita è diventata l’ispirazione per il film cult di Luc Besson “The Big Blue”.
Dolphin Man ci porta nel mondo di Jacques Mayol, catturando il suo avvincente viaggio e immergendo gli spettatori nell’esperienza sensoriale e trasformativa delle immersioni in apnea.
Dal Mediterraneo al Giappone, dall’India alle Bahamas, incontriamo i più stretti amici e familiari di Mayol, compresi i suoi figli Dottie e Jean-Jacques, e i campioni mondiali di tuffi liberi William Trubridge, Mehgan Heaney-Grier e Umberto Pelizzari, per rivelare il ritratto di un uomo che ha raggiunto i limiti del corpo umano e della mente, non solo per rompere record, ma sperando di scoprire la più profonda affinità tra gli esseri umani e il mare.
Narrato da Jean-Marc Barr, l’attore che ha interpretato Mayol in The Big Blue, il film intreccia l’archivio cinematografico raro dagli anni ’50 in poi, con straordinarie fotografie subacquee contemporanee, per scoprire come l’uomo dei delfini ha rivoluzionato le immersioni e portato una nuova consapevolezza del nostro rapporto con la natura e il nostro sé interiore.
Nato a Shanghai nel 1927, a Mayol è stato insegnato a immergersi dai pescatori giapponesi durante le vacanze in famiglia sull’isola di Karatsu. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, la libertà che aveva sperimentato da bambino in Oriente fu persa, quando la sua famiglia ritornò in Francia.
Dopo la guerra, ha trovato la libertà di lavorare con i delfini al Seaquarium di Miami, e gradualmente si è interessato alle immersioni più profonde e più lunghe sott’acqua. Divenne il primo uomo a raggiungere i 100 metri sotto il mare con un solo respiro nel 1976 e rivoluzionò le immersioni in apnea combinando yoga e Zen, promuovendo nel contempo una visione urgente del nostro bisogno di riconnetterci con la natura.
Per Mayol, ogni immersione era un tentativo di allineare mente e corpo. Condividiamo questa esperienza, immergendoci in profondità, dove tutto è nero, immobile, spaventoso ma anche pacifico, e torniamo alla luce abbagliante della superficie. Questo viaggio sensoriale è realizzato attraverso le riprese subacquee contemporanee dei migliori subacquei del mondo, mentre scopriamo cosa succede al corpo umano e alla mente in profondità. Parallelamente ai luoghi di estrema bellezza che hanno caratterizzato Mayol per tutta la sua vita – come le Bahamas, l’isola d’Elba in Italia, la costa di Tateyama in Giappone, o le isole dell’Egeo in Grecia – scopriamo anche la trama unica di rari film da 16mm girati da pionieristici cineasti del dopoguerra, registrando la storia di Mayol e riportando in vita la sua avventura.

Il Signore degli Anelli

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«Da apneista dilettante, ho iniziato a “fare i cerchi” in acqua bassa, prima degli allenamenti e ho notato che mi aiutava a rilassarmi e a prepararmi per i successivi tuffi profondi. Ho quindi cominciato a utilizzare questo esercizio come una routine, nella fase di riscaldamento. Poi è arrivato il record.» Ecco la testimonianza di Ettore Pozzo, recente primatista mondiale di cerchi nell’acqua.

La Redazione e Ettore Pozzo

Ettore PozzoMemori di un’epoca non remota in cui sono infuriate polemiche e distinguo circa le definizioni di record, primato ecc, un tempo anche recente in cui certe “prestazioni” venivano snobbate e relegate a fenomeni da baraccone – più giochi da funamboli che performance sportive – preferiamo oggi riportare fedelmente e senza pregiudizi ciò che la gente davvero fa sott’acqua. Per scoprire che magari non si tratta proprio di prove di scarso impegno psicofisico e che anche per fare i giocolieri subacquei occorre perizia, destrezza, impegno e dedizione di primissimo livello. Così abbiamo voluto riportare la testimonianza diretta del nuovo world guinnes recordman di cerchi sott’acqua. Eccola a voi.
«Mi chiamo Ettore Pozzo e ho sempre avuto una passione per l’acqua ed in particolare per le immersioni in apnea. Un paio d’anni fa ho sentito parlare di Y-40 la piscina più profonda del mondo e ho subito voluto andare a fare una prova.
È stata un’esperienza fantastica e da quel momento non ho più smesso. Ho iniziato a frequentare Y-40 assiduamente e un giorno ho viso uno dei ragazzi dello staff che creava queste affascinanti bolle ad anello nell’acqua. Salivano lentamente verso la superficie allargandosi sempre di più, quasi danzando nell’acqua.
Ho immediatamente desiderato imparare, ma le prime prove sono state disastrose.
Non è infatti così semplice come può sembrare creare queste particolari bolle. Ho comunque insistito e grazie ad alcuni tutorial trovati in rete e tanti tentativi ho finalmente iniziato ad affinare una mia tecnica.
Per eseguire un anello correttamente è necessario un complesso gioco di labbra, lingua, glottide e bocca nel suo complesso, che devono agire con la giusta coordinazione. È infatti necessario dosare la quantità d’aria ed espellerla ad intermittenza in modo da farla ruotare vorticosamente su sé stessa. È proprio il movimento rotatorio dell’aria che mantiene intatto e stabile l’anello durante la sua ascesa.
Ho iniziato a “fare i cerchi” in acqua bassa, prima degli allenamenti e ho notato che mi aiutava a rilassarmi e a prepararmi per i successivi tuffi profondi. Ho quindi cominciato ad utilizzare questo esercizio come una routine, nella fase di riscaldamento.

Un po’ alla volta ho iniziato ad avere un controllo sempre maggiore sui movimenti da eseguire fino a farli diventare praticamente un automatismo. Ho anche notato che ero in grado di creare delle lunghe serie di anelli e che questo mi procurava altri due vantaggi: ho decisamente migliorato i miei tempi di apnea (impiego circa 2 minuti per produrre una quarantina di anelli) e ho potuto allenare tecniche di traslazione dell’aria che si usano generalmente in immersioni sotto i 30 m a poco più di un metro di profondità.
Quando si producono tanti anelli (di solito a me capitava tra il trentesimo e il trentacinquesimo) ci si trova ad un certo punto a “finire” l’aria, ma come nei tuffi profondi è possibile, usando le giuste tecniche, traslare ancora un po’ di aria e fare qualche altro anello.
Ho poi saputo che esisteva un record per il maggior numero di anelli prodotti in una sola apnea e ho deciso di informarmi meglio. Ho contattato il Guinness World record e ho richiesto quali fossero le specifiche: 40 anelli, con almeno 62 cm d’acqua sopra la bocca. Solo gli anelli che arrivano in superficie interi contano.
Avevo passato quota 40 varie volte e sempre da una profondità ben maggiore. Sono infatti uso stendermi sul fondo della parte bassa di Y-40 (130 cm) con quindi più di un metro d’acqua sopra la mia bocca.
Ho discusso della cosa con i miei istruttori Marco Mardollo e Pino Parzanese, con i responsabili della struttura e abbiamo deciso di provare a realizzare questo record.
Il 24 novembre 2017 abbiamo organizzato la prova.
Grazie all’aiuto dei miei istruttori, in qualità di testimoni, dell’operatore subacqueo professionista Fabio Ferioli, che ha curato le riprese e di alcuni dei miei compagni del gruppo di allenamento “Nazionale Apnea – IT” che mi hanno assistito durante la prova, sono riuscito, dopo un’iniziale difficoltà, a mettere insieme 43 anelli d’aria, superando il precedente record.
Ho quindi inviato tutta la documentazione al Guinness World Record che, il 9 gennaio 2018, giorno del mio compleanno, ha convalidato ufficialmente la prova, iscrivendomi nel prestigioso libro e facendomi guadagnare il soprannome di “Signore degli Anelli”.
Ritengo in ogni caso che questo limite possa essere sicuramene superato e mi sto quindi allenando per cercare di migliorare, a breve, il mio primato.»

Disabilità e subacquea: che succede?

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Pubblichiamo le parti descrittive di un’operazione su vasta scala riguardante la disabilità in acqua, entrata nel frattempo in pieno svolgimento. Mentre ci si chiede cosa stia realmente succedendo. E cosa ne pensino le principali associazioni che si occupano specialisticamente e da anni del medesimo, delicatissimo settore.

La Redazione. Elaborazione immagine Chiara Scrigner.

Ecco il testo letterale – da noi riportato fedelmente sebbene a stralci per evidenti esigenze redazionali – di una comunicazione che l’agenzia didattica rispondente alla sigla “DDI Italy” ha recentemente inviato a una serie di riferimenti presso scuole e associazioni subacquee circa il progetto denominato “Subacquea e disabilità: una passione per tutti!”, promosso da una nota catena di negozi per articoli sportivi, “in collaborazione con DAN” (come si legge anche nei dettagli del progetto che è già da un po’ sul web, di cui la comunicazione inviata reca il link).

«Il progetto prevede 2 importanti fasi:

1 FASE: FORMAZIONE STAFF SCUOLE SUB
Le scuole aderenti avranno la possibilità di partecipare gratuitamente ad un Corso Pro Training DDI (per ogni scuola – 1 istruttore e 1 divemaster/assistente istruttore oppure 2 istruttori). Se ci fossero più candidati troveremo la formula migliore per tutti.
Il corso sarà organizzato in un fine settimana (venerdì solo la sera, sabato tutto il giorno e domenica fino al primo pomeriggio) e la data verrà concordata direttamente con le scuole. Questa fase a livello nazionale si svolgerà da novembre 2017 a giugno 2018.

2 FASE: FORMAZIONE ALLIEVI CON DISABILITÀ
Le scuole con i loro neo istruttori formati che hanno partecipato al Corso Pro Training si impegneranno a formare 2 allievi con disabilità in un periodo che durerà circa 3 anni (dalla data del corso a novembre 2020).
Gli allievi saranno trovati e destinati alle scuole da DDI Italy. In pratica, durante la formazione istruttori ci saremo già attivati per selezionare i potenziali allievi che poi seguiranno il corso sub all’interno delle scuole con tempi e modalità che ci verranno indicate da quest’ultime.

Come avrai intuito, gli scopi del progetto sono principalmente tre:
1 – sviluppare una rete di scuole a livello nazionale formata per gestire corsi sub per persone con disabilità
2 – permettere ai volontari delle associazioni di partecipare ad un corso di formazione specifico DDI con rilascio di brevetto internazionale senza spendere niente se non il proprio tempo
3 – permettere ad alcuni ragazzi con disabilità di partecipare ad un corso di subacquea DDI gratuitamente

Il progetto darà una notevole spinta all’organizzazione e consentirà ai neo istruttori di fare esperienza e di essere sempre seguiti passo dopo passo dallo staff formazione DDI formato da Trainers ed istruttori esperti.

In allegato troverai una presentazione di DDI e il modulo di adesione al progetto che ti pregherei di copiare e incollare sulla vostra carta intestata. Una volta compilato, timbrato e firmato inviacelo via mail. Ovviamente se avete deciso di partecipare 😉
Ti riepilogo i costi relativi al corso: (…omissis…seguono costi e condizioni dei corsi per “Divemaster, Aiuto Istruttori, Istruttori e Assistant Diver” che si iscrivono…)
Firmato: (…omissis…sigle, logo e nome dell’organizzazione DDI)»

Fin qui le principali espressioni dei contenuti del documento pervenuto.
Ora – e senza che in ciò si debba per forza intravedere alcun giudizio di merito, anzi, proprio allo scopo di fugare anche eventuali pregiudizi – da più parti pare spontaneo e lecito chiedersi come sia possibile assicurare una preparazione almeno sufficiente, addirittura sancita da una specifica brevettazione abilitativa all’insegnamento di tutte le disabilità in acqua, in un campo tanto delicato e di così elevata specializzazione, in sole poche ore realmente utili (citando di nuovo testualmente dall’elaborato di cui sopra: “…un fine settimana”, ovvero “venerdì solo la sera, sabato tutto il giorno e domenica fino al primo pomeriggio”).
Dal canto nostro perciò, oltre a notare che fin qui non sono comparse altre opinioni in merito – nemmeno da parte delle maggiori associazioni della categoria “disabilità in acqua” operative da anni in questa particolare branca della subacquea, con standard di formazione ben più articolati nei tempi, nei livelli e nelle indispensabili personalizzazioni metodologiche (cioè nella fattispecie ASBI, FIPSAS e HSA) – restiamo aperti a qualsiasi altro contributo delle parti, utile alla conoscenza dei fatti presso i nostri lettori. Fatti di cui comunque seguiremo gli sviluppi, per informarvene.

I nuovi Tridenti d’Oro

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L’AISTS – Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee ha appena comunicato e pubblicato i destinatari dei prossimi Tridenti d’Oro.

La redazione

Sono stati insigniti dei premi Tridente d’Oro e Academy Award per l’anno 2018 che verranno conferiti come negli anni precedenti nelle due cerimonie di Bologna, 3 marzo 2018, presso EudiShow – Sala Armonia, alle ore 16:00; e a Ustica durante la Rassegna Internazionale omonima dal 18 al 23 giugno 2018, rispettivamente:

A Bologna:
– C.F. Bruno Rocca, Italia – Comandante GOS Comsubin – Per la categoria Attività Tecniche, Tecnologiche, Iperbariche
– Luigi Casati, Italia – Speleosub – Per la categoria Attività Tecniche, Tecnologiche, Iperbariche
– Guillaume Néry, Francia – Campione di apnea – Per la categoria Attività esplorative e Sportive
– Drafinsub Srl come “Academy Award”, Italia – Azienda di lavori subacquei

A Ustica:
– Leonardo D’Imporzano, Italia – Giornalista, divulgatore – Per la categoria Attività Didattiche, Divulgative, Artistiche e Ricreative
– Massimo De Angelis, Italia – Giornalista – Per la categoria Attività Didattiche, Divulgative, Artistiche e Ricreative
– Giorgio Caramanna, Italia – Idrogeologo – Per la categoria Attività Scientifiche
L’Academy Award – Ustica va invece a: Palumbarus Diving Works, Italia – Azienda di lavori subacquei.

Apnea a misura di bambino

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Bambini più sicuri in acqua con l’apnea, questo il tema cardine dell’evento “Kids As Dolphin presenta: l’apnea a misura di bambino” che Apnea Academy KAD terrà all’EudiShow di Bologna sul palco Maiorca, sabato 3 marzo 2018 alle ore 14:00. Un altro imperdibile appuntamento per tutti.

La redazione

L’annegamento è la seconda causa d’infortunio mortale nei bambini (fonte OMS-Unicef). La sicurezza dei bambini in acqua passa anche attraverso una loro migliore consapevolezza della dimensione subacquatica. Il progetto educativo “Kids As Dolphins” nasce da questa esigenza e da circa trent’anni Apnea Academy KAD rivolge i corsi allievo a bambini dai 6 ai 13 anni.
«La peculiarità del progetto KAD sta nel suo aspetto educativo. L’andare sott’acqua, per il piccolo allievo, è un’esperienza di gioco e di emozioni vissuta all’interno di un percorso didattico – afferma Joseph Porrino, ideatore del progetto KAD e fondatore della Scuola –. Un lavoro semplice, ed al tempo stesso formativo, che si dimensiona alle reali esigenze del bambino, tenendo ben fermo lo scopo principale: l’educazione alla sicurezza»
KAD è Kids as Dolphins, un percorso di crescita nel tempo e nel gioco in cui i bambini sono i veri protagonisti, perché vivano la naturalità dell’immersione come fossero dei piccoli delfini.
Una didattica strutturata che integra psicopedagogia, gioco, emozione, ricerca medico-scientifica, consapevolezza della respirazione e del movimento in subacquaticità, e che poggia sui cardini Apnea Academy KAD: sicurezza, assistenza al compagno, amicizia, solidarietà, spirito di gruppo e tanto divertimento.
«Per trasmettere la vera filosofia di un apneista, è necessario sensibilizzare, educare, influire sulla mentalità dei giovanissimi –sottolinea Umberto Pelizzari, pluriprimatista mondiale di apnea profonda-, con l’obiettivo primario di creare i presupposti per una futura generazione di subacquei equilibrati, consapevoli, rigorosi e ben preparati. In sintesi il messaggio di AA KAD è “emozionarsi in piena sicurezza”»
Sabato 3 marzo 2018 alle ore 14:00 sul palco Maiorca dell’Eudi Show, Apnea Academy KAD parlerà di sicurezza dei bambini in acqua nell’ambito del progetto “Kids As Dolphins: l’apnea a misura di bambino” con: Joseph Porrino, fondatore AA KAD; il Dott. Nicola Sponsiello, presidente Apnea Academy Research; il Dott. Danilo Cialoni, vice-presidente Apnea Academy Research; Mattia Malara, formatrice Istruttori AA KAD; Andrea Zuccari, pluriprimatista di apnea profonda e formatore Istruttori AA KAD; Avv. Flavio Fontana, formatore Istruttore AA KAD; modera Antonella De Vanna, Ufficio Stampa AA KAD.
Evitare ogni incidente non è possibile. Educare i bambini alla sicurezza in subacquaticità è la missione di Apnea Academy KAD sin dal 1989.
Apnea Academy KAD sarà presente all’Eudi Show per tutta la durata della fiera, dal 2 al 4 marzo 2018, presso lo stand Apnea Academy (Pad. 36, Apnea Village, Stand D80)
Website: www.apnea-academy-kad.com
Social: www.facebook.com/ApneaAcademyKADtwitter.com/ApneaAcademyKAD
Email: social@apnea-academy-kad.com


Torna il GoPro Bootcamp

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Al via da Marzo il tour con tappe in tutta Italia – con novità e location mozzafiato – dell’unico corso che insegna a realizzare il proprio video GoPro dalla A alla Z. A uno dei partecipanti del concorso di Smart& Action di Eudi Show in premio la partecipazione ad uno degli appuntamenti.

La redazione

GOPRO BOOTCAMPAppassionati di viaggi, bike, sci, outdoor, sport estremi: in pochi oggi resistono alla tentazione di riprendere le proprie imprese sportive con GoPro. Spesso, però, il risultato sono valanghe di clip messe e dimenticate in qualche hard disk, specialmente da chi è alle prime armi. Infatti, realizzare un video coinvolgente ed emozionante spesso rimane solo una buona intenzione e nulla di più senza una buona guida. Per questo anche quest’anno torna il GoPro Bootcamp: l’esperienza e le competenze di videomaker professionisti a disposizione di chi vuole imparare a realizzare un buon video con le proprie mani.
https://youtu.be/r-PQfB1R_zo

L’unico corso del mondo GoPro, per principianti e non
Con un programma completo che va dal setting della videocamera fino all’esportazione, passando per tecniche di ripresa e montaggio, il GoPro Bootcamp è adatto anche per chi è alle prime armi.
È possibile scegliere tra due percorsi: di uno o due giorni.
Il primo, GoPro Bootcamp Learn&Practice, della durata di una giornata intera, riassume tutte le nozioni teoriche che bisogna avere per creare un buon video e la pratica, con esercitazioni di montaggio ed editing al PC.
Il secondo percorso, invece, GoPro Bootcamp Learn&Practice + Shoot Experience, prevede una seconda giornata in location uniche che diventano set per le riprese. Lo Shoot Experience consiste nella creazione di un video a partire da zero fino all’esportazione e pubblicazione, con clip riprese in una location sempre diversa.
A seguire i corsisti nell’editing per entrambi i giorni, oltre a videomaker professionisti saranno presenti anche i volti più noti del mondo GoPro. Parliamo Youtuber, blogger, instagrammer, membri della GoPro Family e vincitori dei GoPro Award gli stessi che hanno contribuito alla creazione de La Bibbia di GoPro!

Novità del GoPro Bootcamp 2018
Come ogni anno il GoPro Bootcamp si rinnova per migliorare costantemente la propria offerta formativa. Tra le novità più interessanti del nuovo Tour:

  • nuove tappe, anche al sud! Per la prima volta il GoPro Bootcamp arriva a Napoli, Catania, Val di Sole e Finale Ligure. Confermate le tappe di Milano, Roma e Padova;
  • l’adozione di un nuovo software di editing video. Sostituito anche per l’Academy, il vecchio GoPro Studio lascerà il posto a BlackMagic DaVinci Resolve, un software completo e professionale nella sua versione gratuita;
  • una tappa esclusiva per i ciclisti tesserati. Ovviamente si tratta di Finale Ligure, il paradiso dei biker che qui avranno un GoPro Bootcamp ad hoc;
  • due tappe solo con pacchetto full. I corsi di Finale Ligure e Val di Sole saranno prenotabili solo con l’opzione Learn&Practice + Shoot Experience;
    programma ancora più ricco di pratica al PC.

Tante tappe in altrettante strutture sportive esclusive. Ogni Shoot Experience avrà come set delle riprese le migliori location italiane, in questo modo sarà possibile iscriversi non solo alla tappa più vicina, ma anche seguire il proprio sport preferito!

Milano, 10/11 Marzo
AeroGravity, il simulatore di caduta libera più grande del mondo. 6 turbine e 2400 cavalli di potenza per questo record tutto italiano, AeroGravity è un’esperienza adrenalinica ed emozionante che permette la cattura di video da molteplici prospettive.
Roma, 24/25 Marzo
FlyInTheSky, la zipline più lunga del mondo. Sospesi su un cavo d’acciaio lungo più di due Km, con Il Volo del Falco Pellegrino è possibile riprendere con la propria GoPro un lancio che arriva fino a 150 Km/h.
Padova, 7/8 Aprile
Y-40, The Deep Joy, la piscina più profonda del mondo. Un altro record tutto italiano: con 42.5 m di profondità la piscina più profonda del mondo è un luogo magico nel quale immergersi e catturare clip straordinarie.
Napoli, 21/22 Aprile
Location in via di definizione nella splendida cornice del Golfo. L’attività nel capoluogo partenopeo sarà resa nota a breve.
Finale Ligure, 12/13 Maggio
Con Finale Outdoor Resort, nel paradiso del mountain biking e in compagnia di istruttori della Federazione Ciclistica Italiana percorreremo lo spettacolare itinerario dell’Altopiano delle Manie.
Catania, 26/27 Maggio
Grazie Sicily Adventure la formazione di fonderà con l’avventura. Immersi nel panorama del Parco dell’Etna, trasformeremo le Gole dell’Alcantara nel set delle riprese durante sessioni di body rafting e canyoning.
Val Di Sole, 16/17 Giugno
Tra parchi naturali e paesaggi incontaminati della Val di Sole, al Rafting Center sarà possibile svolgere la propria Shoot Experience scegliendo tra 5 diversi Outdoor Sport.

Esclusivo Unconventional Training
Oltre le novità, i punti forti del Bootcamp non possono cambiano. La didattica del GoPro Bootcamp è definita anticonvenzionale perché non c’è un solo momento che non sia votato a imparare qualcosa di utile al videomaking. È sempre previsto tanto networking fra gli appassionati partecipanti: un confronto diretto dal quale trarre spunti e ispirazione. In più, il programma è strutturato in modo da poter mettere subito in pratica ciò che si impara con tanto editing al PC durante il quale è possibile chiedere consigli, dritte e suggerimenti live.

A chi è rivolto?
Il GoPro Bootcamp è stato sviluppato pensando non solo a chi ha dimestichezza, ma anche per chi è alle prime armi. Tutti avranno la possibilità di acquisire le competenze per produrre i propri video in modo autonomo:

  • sportivi che amano riprendere le proprie imprese con GoPro;
  • appassionati di GoPro che vogliono una guida esperta e professionale;
  • amanti dei viaggi che riusciranno a editare i filmati delle vacanze;
  • blogger che vogliono imparare a creare video di qualità per i propri contenuti;
  • vlogger che desiderano migliorare le proprie tecniche di ripresa;
  • youtuber che vogliono aumentare la qualità dei propri video.

Per poter seguire al meglio tutti i corsisti, soprattutto nelle ore cruciali di pratica, i corsi del GoPro Bootcamp Tour avranno posti limitati per il primo giorno e limitatissimi per il secondo.

Partner dell’evento: TECHNICAL PARTNER & MEDIA PARTNER
Per maggiori informazioni:
https://www.gocamera.it/academy/gopro-bootcamp-tour-2018
About Gocamera.it – GoCamera.it è il punto di riferimento per GoPro in Italia. Non un semplice shop online, ma un portale multipiattaforma che riunisce la community italiana GoPro in stimolanti luoghi di incontro e scambio. Il Forum Tecnico raccoglie le discussioni di centinaia di appassionati ogni giorno, mentre il Blog è il mezzo più seguito per rimanere aggiornati e seguire gli influencer più noti nelle loro recensioni o tutorial. I canali Facebook, YouTube e Instagram sono il punto d’incontro quotidiano di ogni wannabe HERO d’Italia.
Ufficio Stampa GoCamera.it
email: comunicazione@gocamera.it
ref.: Mario Cacciuttolo, tel. 3938908521

INTERVISTE AL MONDO DELLA FOTOSUB

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Eudi Show ha dedicato uno spazio all’interno dell’Università della fotografia e in collaborazione con Blucobalto Photo Academy propone nuove interviste ai maestri dell’obiettivo. Ecco i migliori incontri in calendario.

La redazione

Dopo il format dell’anno scorso da Blucobalto per le interviste ai protagonisti della fotografia subacquea che potete vedere sul sito: www.blucobaltophotoacademy.it quest’anno Eudi Show ha dedicato uno spazio all’interno dell’Università della fotografia e in collaborazione con Blucobalto Photo Academy propone nuove interviste ai maestri dell’obiettivo. Così il fotografo professionista Alberto Balbi ripercorrerà con gli intervistati storie personali e riflessioni sul mondo della fotografia coadiuvato da immagini e aneddoti in un percorso visivo e culturale davvero suggestivo.
Ecco i protagonisti e il calendario delle interviste:

Venerdi 2 marzo
Ore 12:00 – Ruggero Pastorino – un fotografo moderno e alla ricerca di scatti personali, interessante autore di numerose fotografie d’effetto, ha al suo attivo mostre in tutto il mondo. Ruggero racconterà la sua esperienza Filippina espressamente dedicata alla macro fotografia e l’approccio etico che ogni fotografo dovrebbe avere nel rispetto del sesto continente.

Ore 15:30 – Fabio Ferioli – Fotografo e Cameraman di livello mondiale, Ferrioli collabora con le grandi produzioni di documentari e film in tutto il mondo e da sempre segue Umberto Pelizzari nelle sue imprese. Con Fabio si affronteranno argomenti di tecnica video sub e fotosub e questa commistione tra le due arti solo apparentemente lontane nel concetto.

Sabato 3 marzo
ore 11:30 – Anna e Settimio Cipriani. Vere icone della fotografia subacquea, con i loro scatti hanno firmato un’epoca e continuano a essere estremamente attuali. Sarà un percorso nella storia della fotografia subacquea ma anche nella contemporaneità con aneddoti e retroscena di un mondo animato dalla grande passione di questi due personaggi.

ore 16:00 – Marco Colombo – Fotografo naturalista a tutto tondo, Colombo racconterà delle sue collaborazioni e delle sue esperienze nella fotografia esterna e subacquea, un approccio naturalista ma anche artistico tra mare, fiumi, laghi e un territorio tutto da proteggere.

Domenica 4 marzo
ore 12:00 – Mimmo Roscigno: un fotografo ricercatore dell’arte, Roscigno ci porterà attraverso la sua tecnica in territori inesplorati e fra tecniche avanzate di fotografia svelando qualche segreto sulla realizzazione di alcune immagini e sul messaggio che ogni scatto dovrebbe contenere. Un viaggio fantastico tra macro ambientate, foto al microscopio e macro fotografie d’autore.

ore 16:00 – Michele Davino, grande fotografo membro della CMAS per la fotografia subacquea ci porterà all’interno del mondo delle competizioni con un’analisi tra passato, presente e futuro per questa disciplina. Ci racconterà delle sue esperienze, sperimentazioni e intuizioni per la realizzazione di grandi scatti.

Tutte le interviste saranno supportate dalle immagini degli autori.
È possibile prenotare il posto a sedere sino a esaurimento di quelli disponibili. Per info: www.eudishow.eu

La formazione dell’Operatore Scientifico Subacqueo

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Al prossimo Eudi Show anche una speciale tavola rotonda dal significativo titolo di “Percorsi Formativi per Operatore Scientifico Subacqueo (OSS)”, domenica 4 marzo dalle ore 14:00 alle ore 16:00 presso la Sala Madrigale.

La Redazione. Foto AIOSS

L’AIOSS (Associazione Italiana Operatori Scientifici Subacquei) si è costituita il 5 febbraio 2010 e ha avuto il merito di colmare un vuoto. E di ciò, nel nostro Paese, si sentiva la necessita soprattutto tra gli addetti ai lavori ai quali mancava una categoria in cui riconoscersi e al cui interno dibattere e crescere. L’AIOSS, dunque, raggruppa tutti i lavoratori, pubblici e privati, ricercatori, tecnici e operatori, che svolgono, a vario titolo, attività subacquea per fini scientifici, ambientali, documentaristici e informativi, nell’ambito della loro professione ed è, inoltre, l’unica organizzazione italiana riconosciuta dall’European Scientific Diving Panel del Marine Board.
Presente a Eudi Show sin dalla sua fondazione, AIOSS, in collaborazione con l’International School for Scientific Diving (ISSD), pioniera nella formazione di subacquei scientifici, quest’anno organizza una Tavola Rotonda dedicata ai PERCORSI FORMATIVI PER OPERATORE SCIENTIFICO SUBACQUEO già attivati o proposti in varie regioni d’Italia.
Attraverso questa tavola rotonda, aperta a tutti gli operatori dei settori scientifici e formativi, gli organizzatori intendono condividere e confrontare le diverse esperienze nazionali ed internazionali per contribuire alla maggiore affermazione della figura dell’OSS.
L’Operatore Scientifico Subacqueo (OSS) è una figura professionale in grado di eseguire immersioni scientifiche. Gli OSS possono avere competenze in un gran numero di settori disciplinari, talvolta anche molto lontani tra loro, ciò che li deve accomunare è la capacità di condurre con successo le proprie mansioni specifiche in condizioni di massima sicurezza. Per raggiungere tale obbiettivo occorre affiancare alle proprie conoscenze scientifiche, specifiche procedure operative necessarie prima di tutto a condurre la propria attività senza creare pericoli per se stessi e per gli altri ed in secondo luogo ad ottimizzare la permanenza in acqua al fine di portare a termine con successo le attività programmate. Nell’attività scientifica subacquea occorre che l’operatore porti sott’acqua non solo le mani per campionare o svolgere altre specifiche operazioni e gli occhi per osservare, ma anche, e soprattutto, l’intelligenza e la capacità di discernimento dell’uomo specificamente preparato. Si va quindi sott’acqua per esplorare, misurare, raccogliere, osservare e riconoscere, ma soprattutto per capire e, si potrebbe aggiungere, anche per documentare e raccontare.
L’appuntamento per tutti gli interessati, simpatizzanti e iscritti AIOSS è per domenica 4 marzo dalle 14 alle 16 presso la Sala Madrigale negli spazi di EudiShow.
Ricordiamo inoltre che AIOSS sarà presente ad Eudi Show con un proprio stand A51 e con 4 interventi sui palchi per presentare il progetto di Citizen Science “Together for Tavolara” che nasce dalla collaborazione tra Fondazione per il Sud, Reef Check Italia, Mine Vaganti NGO, AMP Tavolara Punta Coda Cavallo e SlowDive e che mira al coinvolgimento sul campo di subacquei e studenti (snorkelisti) come validi aiutanti nella raccolta di dati utili alla ricerca scientifica.
Per ogni ulteriore informazione e per restare aggiornati non dimenticate di consultare il sito www.eudishow.eu.

CLUB AZZURRO FOTOSUB

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Ecco come si è svolto lo stage di tre giorni della fotografia subacquea Fipsas. Tecnica fotografica, storia, cultura ma anche presentazione novità e lezioni sull’ottimizzazione delle immagini digitali.

Di Mario Genovesi

Si è svolto, dal 16 al 18 febbraio, presso il Centro Coni di Preparazione Olimpica “Giulio Onesti” a Roma, lo Stage di aggiornamento tecnico-culturale del Club Azzurro di Fotografia Subacquea Fipsas. Il corso, aperto anche ai fotografi subacquei tesserati fino a un numero massimo di trenta partecipanti, ha registrato il tutto esaurito. Tre giorni intensi a iniziare dalla prima giornata con le relazioni di Mario Genovesi, componente il Comitato di Settore e Referente Nazionale per la disciplina della Fotografia Subacquea, che ha illustrato le iniziative del 2017 e i programmi per l’anno 2018 e Michele Davino, nuovo direttore tecnico della Squadra Nazionale, che ha esposto il suo programma, per il 2018, di allenamento e preparazione alle competizioni internazionali.
Nella giornata di sabato si è svolto il workshop di Mimmo Roscigno, uno dei maggior esponenti e non solo in ambito nazionale, della fotografa subacquea, autore di particolari e splendide immagini del mondo sottomarino scattate con il suo stile personalissimo di ripresa.
Roscigno, dopo avere raccontato la sua esperienza nella fotografia analogica nel formato 6×6 con le custodie Rolleimarin per la Rolleiflex, che utilizzava prevalentemente con lente addizionale per la macrofotografia, e la Hasselblad SWC con lo splendido obiettivo Biogon 38 mm, scafandrata Gates, per la foto d’ambiente, ha parlato dell’utilizzo dei super grandangolari ortogonali che gli hanno consentito, tra i primi al mondo, di scattare immagini subacquee che lui definisce “macro-ambientate”, caratterizzate da grande impatto visivo e senso dinamico.
Il pomeriggio di sabato ha visto la presenza della Nital, distributore ufficiale in Italia dei prodotti Nikon, nella persona di Simone Isola, titolare di Advanced CSA di Roma, che ha presentato ai corsisti, in maniera completa ed esauriente, le ultime novità di casa Nikon, corpi macchina, obiettivi e programmi di elaborazione file.
È seguita poi una relazione sul recente Campionato del Mondo di Fotografia Subacquea 2017 da parte dei componenti la Squadra Nazionale, Stefano Proakis e Francesco Visintin con le rispettive modelle Isabella Furfaro e Francesca Romana Reinero. Un’esposizione molto interessante a partire dai giorni di preparazione, dalla proiezione delle immagini scattate in prova, le difficoltà della gara e la spiegazione della scelta delle foto presentate alla giuria, questo nell’ottica di informare e condividere con gli altri fotografi un’esperienza così importante.
Ultimo workshop in programma nella mattinata di sabato quello tenuto da Marcello Di Francesco, fotografo freelance specializzato nell’immagine naturalistica sottomarina e grande appassionato di viaggi che, dopo un’interessantissima presentazione di fotografie dei migliori fotografi subacquei internazionali, ai quali Marcello si ispira, e anche di alcune sue splendide immagini, ha tenuto una lezione sullo sviluppo dei file raw di immagini subacquee e ha spiegato come ottenere un corretto flusso di lavoro per ottimizzare colori, luminosità e nitidezza.
Al termine grande soddisfazione per questo stage da parte di tutti partecipanti che hanno auspicato possa diventare un appuntamento da mettere in programma tutti gli anni.

Il primo “Award Assosub” all’Eudi

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Eudi Show 2018 festeggia l’assegnazione del primo “AWARD” di Assosub, l’Associazione dei Produttori e degli operatori della Subacquea.

La redazione

Assosub è l’Associazione dei Produttori e degli Operatori della Subacquea e nel tempo, grazie all’impegno dei suoi soci e alle numerose iniziative messe in campo tra cui Eudi Show, la grande fiera della subacquea fiore all’occhiello di questo settore, si è imposta come il più qualificato riferimento di questo comparto economico che può contare su oltre 1.000.000 di praticanti e circa 15.000 addetti alla produzione suddivisi tra imprenditori, commercianti, maestranze e centri di immersione.
Negli anni Assosub si è impegnata in più direzioni, attivando collaborazioni con vari ministeri e realizzando iniziative a favore degli associati. Impegnarsi sempre più nella modernizzazione del Settore, nella difesa dei diritti e degli interessi di tutti gli affiliati, significa credere e sostenere l’enorme potenzialità di crescita che le attività subacquee ancora possono offrire anche attraverso la promozione e il riconoscimento dell’impegno dei tanti che operano perseguendo questi stessi scopi.
Con queste finalità, in occasione di Eudi Show 2018, vede la luce una nuova iniziativa di Assosub che prevede l’assegnazione di un esclusivo AWARD, da attribuirsi ogni anno a soggetti istituzionali che si sono particolarmente distinti per la loro attività nel settore subacqueo.
Per il 2018 Assosub ha deciso di concedere il suo AWARD ai Nuclei Operativi Subacquei della Guardia Costiera “in considerazione dell’importanza della loro opera nell’espletamento della loro missione istituzionale nonché dell’attività di informazione e di prevenzione nell’ambito della subacquea”.
Ricordare punto per punto tutte le attività che vedono il quotidiano impegno dei cinque Nuclei Operativi Subacquei della Guardia Costiera oggi presenti sul territorio nazionale sarebbe qui troppo lungo e rischierebbe di non essere esaustivo. La vasta gamma di compiti ad essi assegnati, infatti, spazia dalla vigilanza nei settori ambientali e della pesca alla ricerca e soccorso per la vita umana in mare, relitti e naufraghi dispersi sul fondo compresi; dalle azioni di Polizia Giudiziaria e Marittima autonoma o in concorso con altri Corpi di Polizia fino all’assistenza a gare e campionati sportivi e alle ispezioni subacquee.
A testimoniare questo impegno basterà citare l’intervento di questi nuclei specializzati in due operazioni che tutti ricordano: il recupero delle salme di 364 persone nell’ottobre 2013, a seguito del naufragio di una imbarcazione carica di migranti a Lampedusa, e le operazioni effettuate all’Isola del Giglio nell’ambito dell’incidente accaduto alla M/N Costa Concordia.
La consegna dell’AWARD Assosub 2018, una cerimonia importante e ricca di significato alla quale tutti sono invitati, avverrà sul palco Ferraro Domenica 4 marzo alle ore 17:00 alla presenza dei rappresentanti di Assosub e dei Nuclei Operativi Subacquei.
Per ogni ulteriore informazione e aggiornamento si consiglia di consultare il sito www.eudishow.eu.

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